Consumo a rischio
- Per la/i pazienti dipendenti esclusivamente da benzodiazepine non esiste una strategia terapeutica specifica. Questi pazienti hanno una caratteristica comune: non riconoscono di avere un problema di dipendenza.
- Prima di iniziare una terapia con benzodiazepine che probabilmente durerà più di due settimane, occorre spiegare alla/al paziente il rischio che si inneschi una dipendenza, e le tre fasi tipiche in cui questa si articola:
- effetto inverso: sintomi relativi di astinenza; la/il paziente non aumenta ancora la dose
- apatia: aumento moderato della dose
- dipendenza: netto aumento della dose
- Cinque domande semplici permettono di far riflettere la/il paziente sul suo comportamento:
- Le è capitato di assumere il medicamento di nascosto?
- Le è capitato di riflettere su come convincere la/il sua/o medica/o a prescriverle un determinato medicamento?
- Le è capitato di cambiare medica/o perché non voleva prescriverle un determinato medicamento?
- Le è capitato di elaborare strategie per garantire le scorte di medicamento (parenti, Internet)?
- Le è capitato di fare scorte di nascosto?
- Segni di farmacodipendenza:
- assumere il farmaco « in previsione » di qualcosa
- aumentare le dosi in caso di assuefazione
- tenere scorte
- non uscire più di casa senza portare con sé una « dose di emergenza »
- modifiche del comportamento:
- perdita di interesse, fluttuazioni dell’umore, indifferenza
- sintomi fisici
- sonnolenza, cadute, sudorazione, nausea, perdita di peso, sintomi di astinenza in caso di interruzione
- Assuefazione
- A causa di processi di adattamento neuronali (tolleranza farmacodinamica), l’organismo può sviluppare un’assuefazione all’azione delle benzodiazepine.
- Nel caso delle benzodiazepine, contrariamente a quanto avviene per l’alcol, non si presenta un’assuefazione dovuta a induzione enzimatica nel fegato.